Due monaci stavano attraversando una foresta quando si imbatterono in una bellissima cortigianapresso le sponde di un torrente in piena. Poiché avevano fatto voto di castità, il monaco più giovane ignorò la donna e attraversò velocemente il torrente.
Intuendo che la bellissima donna non sarebbe riuscita ad attraversare il torrenteda sola, il monaco più anziano la prese tra le bracciae la portò sulla riva opposta.
Raggiuntala, la posò a terra con delicatezza.
Quella ringraziò con un sorriso e i due monaci proseguirono il loro cammino.
Il giovane monaco non disse nulla, ma fremeva continuando a rivedere nella mente l’accaduto. “Come aveva potuto?” pensava tra sé, pieno di rabbia.
“Il nostro voto di castità non significa niente per lui?”
Quanto più ripensavaa quello che aveva visto, tanto più la rabbia gli cresceva dentro e tanto più forti gli risuonavano nella mente le sue argomentazioni:
“Caspita! Se avessi fatto io una cosa del genere, sarei stato cacciato dall’ordine.
E’ disgustoso.
E’ vero che sono monaco da meno tempo di lui, ma so distinguere il bene dal male.
Alzò lo sguardo verso il monaco più anziano per vedere se almeno stesse mostrando rimorso per quello che aveva fatto, ma l’uomo sembrava più sereno e in pace che mai.
A un certo punto il giovane monaco non seppe più trattenersi.
“Come hai potuto fare una cosa del genere?” domandò.
“Come hai potuto anche solo guardare quella donna, per non parlare del fatto che l’hai presa in braccio? Hai dimenticato il voto di castità?” Il veccio monaco sembrò sorpreso, poi sorrise guardandolo con gentilezza. “Io non la sto più portando con me, fratello. Tu si?”.
Se penso che non cambierò mai, mi sento un fallito. Le emozioni generano azioni: se mi sento un fallito sarò demotivato, e di sicuro non mi viene voglia di farmi una passeggiata.
Ma se invece penso di essere una persona coraggiosa, mi sento pieno di energia e ottimismo.
Questa emozione mi spinge ad avere fiducia in me e nelle cose, e quindi se mi propongono di partecipare ad una marcia, mi lancio e accetto, e perlomeno ci provo.
Che vada bene o male non importa, perché io rinforzo il mio pensiero: anche se va male sono stato coraggioso. Andrà meglio la prossima volta, ma intanto io sono fiero di me.
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.AcceptRead More
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
L’insostenibile peso di un pensiero
L’insostenibile peso di un pensiero
Due monaci stavano attraversando una foresta quando si imbatterono in una bellissima cortigiana presso le sponde di un torrente in piena. Poiché avevano fatto voto di castità, il monaco più giovane ignorò la donna e attraversò velocemente il torrente.
Intuendo che la bellissima donna non sarebbe riuscita ad attraversare il torrenteda sola, il monaco più anziano la prese tra le braccia e la portò sulla riva opposta.
Raggiuntala, la posò a terra con delicatezza.
Quella ringraziò con un sorriso e i due monaci proseguirono il loro cammino.
Il giovane monaco non disse nulla, ma fremeva continuando a rivedere nella mente l’accaduto.
“Come aveva potuto?” pensava tra sé, pieno di rabbia.
“Il nostro voto di castità non significa niente per lui?”
Quanto più ripensavaa quello che aveva visto, tanto più la rabbia gli cresceva dentro e tanto più forti gli risuonavano nella mente le sue argomentazioni:
“Caspita! Se avessi fatto io una cosa del genere, sarei stato cacciato dall’ordine.
E’ disgustoso.
E’ vero che sono monaco da meno tempo di lui, ma so distinguere il bene dal male.
Alzò lo sguardo verso il monaco più anziano per vedere se almeno stesse mostrando rimorso per quello che aveva fatto, ma l’uomo sembrava più sereno e in pace che mai.
A un certo punto il giovane monaco non seppe più trattenersi.
“Come hai potuto fare una cosa del genere?” domandò.
“Come hai potuto anche solo guardare quella donna, per non parlare del fatto che l’hai presa in braccio? Hai dimenticato il voto di castità?” Il veccio monaco sembrò sorpreso, poi sorrise guardandolo con gentilezza.
“Io non la sto più portando con me, fratello. Tu si?”.
L’insostenibile peso di un pensiero
Se penso che non cambierò mai, mi sento un fallito. Le emozioni generano azioni: se mi sento un fallito sarò demotivato, e di sicuro non mi viene voglia di farmi una passeggiata.
Ma se invece penso di essere una persona coraggiosa, mi sento pieno di energia e ottimismo.
Questa emozione mi spinge ad avere fiducia in me e nelle cose, e quindi se mi propongono di partecipare ad una marcia, mi lancio e accetto, e perlomeno ci provo.
Che vada bene o male non importa, perché io rinforzo il mio pensiero: anche se va male sono stato coraggioso. Andrà meglio la prossima volta, ma intanto io sono fiero di me.
Categorie